Il 5G e la tecnologia di rete in genere è protagonista dello scontro tra Usa e Cina, che procede tra alti e bassi. L’Europa sembra ancora alla finestra, ma la tensione cresce e anche l’Italia potrebbe prendere posizione a breve: recente il rapporto Copasir che lancia l’allarme security sulle aziende cinesi
Il 5Gcambierà completamente il nostro modo di comunicare, lavorare, gestire le cose e vivere quotidianamente, ma sta già avendo importanti ripercussioni a livello geopolitico. Ultima conferma, nel rapporto conclusivo dell’indagine sulla sicurezza delle telecomunicazioni il Copasir(Comitato parlamentare per la sicurezza della repubblica), dopo mesi di indagini, afferma che le aziende cinesi nel 5G sono un reale pericolo per la sicurezza nazionale. Bisogna, continua il Comitato, “seriamente prendere in considerazione un innalzamento degli standard di sicurezza idonei per accedere all’implementazione di tali infrastrutture” e invita gli addetti a maggiori attenzioni e non esclude la possibilità di eliminare “le aziende cinesi dalla attività di fornitura di tecnologia per le reti 5G”.
In Cina c’è il miglior fattore tecnologico, umano e organizzativo. Tutto insieme. Il presidente usa Trump l’ha capito, teme questa supremazia e sta cercando di mostrare i muscoli ma limitando i danni. uno scenario complesso con sullo sfondo la supremazia tecnologica, ma non solo
Cina e Usa sempre più contrapposte sul fronte tecnologico, continuano a studiare le rispettive mosse, ben consapevoli si essere i due padroni dello scacchiere geopolitico mondiale.
E sembra davvero una partita a scacchi, se consideriamo le continue proroghe – l’ultima nei giorni scorsi – con cui gli USA danno ulteriore respiro a Huawei (e ai suoi clienti, che ne vogliono usare le tecnologie).
Sullo sfondo le preoccupazioni crescenti della presidenza Usa per la corsa cinese verso la supremazia nel 5G, per un concetto di smart city declinato al massimo controllo della popolazione e – soprattutto – col consenso della popolazione nonché per una politica economica sviluppata ai danni di Usa e Europa e basata sullo spionaggio non solo industriale.
Uno scenario, insomma, molto ricco e variegato quello nel quale va a inserirsi la questione sollevata nei giorni scorsi da Angelo Marcello Cardani, Presidente dell’Autorità Garante per le Comunicazioni (Agcom), che definito quello della sicurezza e affidabilità tra reti esistenti, operatori e fornitori “un problema sostanzialmente insolubile: bisogna solo scegliere se essere spiati, tra virgolette, dai Cinesi o dagli Americani, questo per quanto riguarda i sistemi che sono assai complessi”.